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Cambia domanda e "senti" la risposta

Questa settimana ho ascoltato un’intervista ad uno psicoterapeuta che mi ha colpito molto: nello specifico sostiene che troppo spesso chiediamo ad adulti e bambini:

“Come stai?
oppure
“Hai mangiato?”
“Hai riposato?”
“Sei stanco?”

e andiamo a focalizzare l’attenzione su qualcosa di astratto o che è una semplice soddisfazione di un bisogno.
Nell’intervista suggeriva invece di provare a chiedere, ad esempio ai nostri figli, appunto, “Sei felice?”.

Io l’ho fatto con mio figlio Lorenzo e ho constatato che non si aspettava per niente una domanda di questo tipo, non ha saputo rispondere subito.
Dopo qualche istante mi ha abbracciata e sorridendomi mi ha detto:
“Sì, mamma, sono felice. Grazie per avermelo chiesto”.

Quando gli domando se ha fatto merenda o come sta, mi risponde a monosillabi e forse non percepisce quanto amore ci sia anche in quelle domande.

Ma d’ora in poi, gli chiederò più spesso se è felice e lo porterò a sentire con il cuore qual è la risposta.
Anche perché, secondo me, la felicità è qualcosa che difficilmente si riesce a descrivere, la felicità è qualcosa che si prova, che senti dentro, che ti fa venire il sorriso.

E sai cosa rispondo io alla domanda “Sei felice?” Un sì enorme!
E per il mio sì, questa settimana in particolare voglio ringraziare di cuore la mia coach e amica Concetta e Cristina di Alba (paese in provincia di Cuneo),
le quali hanno organizzato in poco più di 48 ore una raccolta straordinaria di beneficenza per i profughi di guerra.
Entrambe hanno sentito la necessità di fare qualcosa di concreto per le famiglie e soprattutto per i bambini che stanno patendo fame, freddo e paura.

Un semplice volantino condiviso sui social e su whatsapp è diventato virale: decine e decine di famiglie albesi e non solo hanno donato; come centro di raccolta si ringrazia la Scuola d’infanzia della Moretta e poi un grazie enorme a tutti coloro che si sono prestati come volontari per smistare gli oggetti e preparare gli scatoloni per far si che tutto viaggiasse nel modo più compatto e ordinato possibile.

La raccolta fondi ha permesso di inviare alle famiglie bisognose abbigliamento caldo/termico come maglioni, cappelli, sciarpe e piumini, calze, biancheria intima, pannolini per bimbi dalla taglia 2 alla taglia 5, assorbenti, salviette igienizzanti, sacchi a pelo, medicinali e anche quaderni, colori e libri.

Anche io ho ho voluto far parte di questa raccolta fondi e mentre preparavo i sacchi con dentro varie cose, ho provato una doppia felicità: quella che mi faceva sentire fortunata per avere a disposizione beni che fino a ieri davo per scontati e la felicità che ho sentito nel donare in modo incondizionato qualcosa di mio a persone che in questo momento ne hanno bisogno.

Come ti dicevo non si può spiegare la felicità che ho provato ieri, so però che mi ha dato la voglia mentale e poi fisica di mettermi in moto, organizzare, raccogliere, viaggiare e sentirmi infine utile e bene, al pensiero di aver fatto qualcosa per gli altri che come dico sempre, siamo noi.

Felice settimana

 

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